Gli impollinatori sono tutti quegli insetti che trasportando il polline sul loro corpo, e muovendosi di fiore in fiore, garantiscono la sopravvivenza di molte piante.
La loro esistenza è messa a dura prova da diversi fattori, tra cui la degradazione degli habitat naturali – a causa di urbanizzazione e monocoltura – l’utilizzo di pesticidi, il cambiamento climatico e l’invasione di nuove specie.
I gruppi principali degli insetti impollinatori sono quattro e si distinguono in:
Tra gli Imenotteri l’ape è l’impollinatore più conosciuto, ma molti altri svolgono questo compito importante: la xylocopa – chiamata anche ape legnaiola – presenta ali viola cangiante e ama soprattutto le orchidee; le megachilidi, che raccoglie il polline sotto l’addome anziché sulle zampe; le osmie, specie di api solitarie che costruiscono il nido in cavità già esistenti; i bombi, grossi e pelosi, poco aggressivi e molto diffusi.
Tra i ditteri si trovano le mosche e i sirfidi, con il loro tipico volo stazionario simile agli elicotteri.
Nei lepidotteri, gli sfingidi sembrano piccoli colibrì, presentano una lunga spirotromba per raggiungere le corolle più profonde, e sono in realtà farfalle, come le più note che sfoggiano infinite varietà di colori e disegni.
I coleotteri, di cui ricordiamo gli scarabei e le coccinelle, non sono tutti impollinatori, e alcune specie possono anche causare danni alle colture.
La rete ecologica è un sistema che si sviluppa in aree principali (core areas) che possono essere messe in collegamento tra di loro tramite corridoi ecologici oppure grazie alle cosiddette stepping stones, piccole isole d’habitat anch’esse con funzione di connessione tra le aree principali.
I corridoi di connessione lineare o spaziali sono finalizzati a favorire le relazioni dinamiche tra i diversi habitat e sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità.
Siepi e filari hanno la funzione di corridoi ecologici: la fauna selvatica trae benefici dalla presenza di siepi e filari per la loro funzione antipredatoria e di rifugio, oltre a rappresentare una fonte di cibo per invertebrati e vertebrati.
La presenza di strati arborei, arbustivi ed erbacei favorisce lo sviluppo di nicchie ecologiche differenti, grazie alle quali avviene uno scambio di materiale genetico sia vegetale che animale collegando aree naturali altrimenti isolate.